Un meraviglioso giro ad anello nel gruppo del Popera, che richiede almeno due giorni per un totale di circa 11-12 ore di impegnativo cammino tra ferrate e cenge.
Da Padola (frazione di Comelico superiore) si prosegue per la statale carnica e dopo pochi minuti si trova una svolta per Bagni di Valgrande e Rifugio Lunelli (1568 m.), si segue la strada fino al Lunelli ove si parcheggia.
Si segue il sentiero per il rifugio Berti (circa 45 min-1 ora) già visibile dal basso, poco prima di arrivarci si lascia il sentiero e si prosegue diritti fino a intersecare un sentiero in costa, lo si segue verso sinistra (senso della salita) per poco fino a trovare cartello e segni per la ferrata Roghel (n° 109), qui il sentiero sale ripido a strette serpentine, poi traversa in canalino friabile e si rimonta sopra una frana, segue un altro tratto friabile, poi si rimonta ancora un altro canale e si è all’attacco (circa 2 ore dalla partenza). Si attacca con un traverso in leggera salita, poi una cengetta e un breve tratto non attrezzato fino alla parte più impegnativa della ferrata. Si sale un diedro, poi inizia una alternanza di traversate che buttano in leggero strapiombo e ripidi tratti verticali, qualche gradino metallico aiuta. Si sale così fino alla forcella fra le Guglie (2540 m.), uno stretto intaglio (1,30 ore dall’attacco). Si scende dalla parte opposta per canalini friabili sempre attrezzati con cavo metallico e poi per placconate lunghissime fino a un canalone ove terminano le attrezzature. Siamo nel cadin di Stallata e in basso si vede il Bivacco Battaglion Cadore (2200 m. circa) ove si può pernottare (fornito di materassini e coperte, acqua vicino al bivacco, calcolare circa 4,30 ore fino al bivacco).
Dal bivacco si risale il Cadin di Stallata ( se invece si continua senza pernottare al bivacco, dall’uscita del canalone ci si tiene sulla destra per tracce e si scende fino al sentiero ben visibile dall’alto che punta alla cengia Gabriella (anche questa ben visibile)… in entrambi i casi si percorre il sentiero che taglia in costa il cadin di Stallata (segni rossi) e porta a delle roccette sotto la cengia, si risalgono i primi salti e si arriva a una paretina attrezzata… la cengia alterna tratti non attrezzati a tratti attrezzati per cui bisogna avere passo sicuro anche in ambiente esposto. Dal bivacco battaglion Cadore al rifugio Carducci servono almeno 4 ore e mezza. La cengia non è mai impegnativa come la ferrata Roghel ma è comunque impegnativa per la lunghezza e i tratti non assicurati. La cengia dopo la paretina iniziale prosegue abbastanza in quota con qualche Sali e scendi per attraversare dei canaloni, alla fine della cengia si passa con una passaggio esposto (attrezzato) in una sorta di caverna, si scende dalla parte opposta e si risale un ripidissimo pendio roccioso-erboso (non attrezzato) fino a una crestina, qui ricompaiono le attrezzature in un traverso e una salita molto bella fra pinnacoli, canalini e crestine che ci accompagnano in questo affascinante giro attorno al gruppo centrale del Popera. Si arriva a una cengia sotto parete rossastre in vista della val Giralba, la si segue a lungo, poi la comparsa del cavo ci aiuta a scendere delle ripide paretine e delle attraversate esposte fino all’inizio di un canalone franoso. Qui i cavi scompaiono, si scende con prudenza tenendosi sulla sinistra, poco sotto si trova un cordino che ci aiuta a scendere, si seguono i cordini prestando attenzione al loro stato fin quasi alla fine del canalone, qui si prende l’evidente sentiero super bollato con segni fucsia (sembra lo sia stato dopo le frane di inizio luglio 2016) fino al rifugio Carducci (2297 m.), ove è possibile pernottare.
Dal rifugio saliamo alla Forcella Giralba (2430 m.), scendiamo dall’altro versante lungo il sentiero che porta al visibile rifugio Comici, dopo poco incontriamo un deviazione (sent. 101) che taglia abbastanza in quota, si passa per delle roccette e si arriva a un pulpito che si oltrepassa per imboccare una cengetta sopra una forra, si arriva a un cartello che ci indica la strada degli alpini, si scende un poco per imboccare l’evidente cengia sotto le alte pareti rocciose. Voltato l’angolo inzia la parte più bella: una lunga cengia che arriva fino alla fine del vallone, qui si traversa e si riprende la cengia dall’altra parte, alla fine il sentiero diventa un Sali e scendi fino a forcella Undici 2650 m. (2,20 ore dal cartello). Il panorama è fantastico! Si prosegue per il passo della Sentinella e se il sentiero degli Alpini è “affollato” vi assicuro che la cengia Gabriella e il rientro per il passo della Sentinella permettono di stare in solitudine J Fino al passo ci aspetta una cengia a tratti molto stretta, con lunghi tratti non assicurati (spesso con cavi divelti) che richiede passo fermo! Alla fine della lunga traversata siamo sotto il passo, una scaletta metallica aiuta a superare un primo salto, poi si incontra una deviazione (non usare la scaletta semi distrutta sulla destra ma seguire i cavi che portano a sinistra un cartello avvisa che la deviazione è stata fatta per la caduta sassi). Ancora qualche salto e una traversata su ponti di legno e si comincia a vedere il passo. Si sale fino a essere più alti del passo e si imbocca una cengetta su terreno friabile che traversa fino sopra e in breve siamo al passo della Sentinella 2717 m. Ora si scende (sempre sentiero 101) nel vallon del Popera, prestare molta attenzione all’inizio, il sentiero è strettissimo e il terreno molto duro senza punti di appoggio, ma in breve si raggiungono delle scale in legno (la parte dove passava prima il sentiero è stata cancellata) che ci aiutano a scendere, si incontra un bivio ma per le frane un cartello consiglia di seguire il sentiero, sotto la parete, per la ferrata Zandonella, lo si segue fino a un bivio ove prendiamo il ramo che scende ripidamente e lungamente fino al rif. Berti (2 ore dal Passo) e infine al Lunelli. (Relazione settembre 2016)
DIFFICOLTA’: EEA, molto difficile la ferrata Roghel, mediamente la cengia Gabriella e la strada degli Alpini, con alcuni tratti esposti non attrezzati.